Di Rachele Scognamiglio
Mattino di Napoli del 02/12/2004
La stagione invernale mette a dura prova l’organismo. Freddo, vento, sbalzi di temperatura concorrono a indebolire le difese del sistema immunitario. Ed ecco ripresentarsi il raffreddore. Un sintomo della sindrome rinobronchiale che parte dal naso (ostruito e con accresciuta secrezione di muchi) e si diffonde ad altri distretti (orecchio, laringe e trachea), se non è curato. «Basterebbe semplicemente mantenere pulite cavità nasali e rinofaringe per
limitare l’insorgenza di processi infettivi a carico dell’apparato respiratorio, visto che è la quantità eccessiva di muco prodotto a creare l’ambiente favorevole alla proliferazione dei batteri patogeni» – dice il dottor Attilio Varricchio, otorinolaringoiatra all’ospedale San Gennaro, basandosi sui risultati delle ricerche condotte dal 1998 in collaborazione con i dipartimenti di medicina sperimentale, pediatria e otorinolaringoiatria della Seconda Università di Napoli. «Cambiando approccio diagnostico, servendoci di esami strumentali quali la video endoscopia a fibre ottiche (un endoscopio inserito nel naso ne visualizza i siti anatomo funzionali), abbiamo elaborato un protocollo terapeutico per pazienti affetti da riniti allergiche, asma, rinosinusiti, bronchiti asmatiche o croniche (soprattutto bambini o anziani), centrato sull’uso di un preciso terminale per l’aerosolterapia, il «Rinowash» – spiega il dottor Varricchio – Si tratta di un’ampolla a forma di campana, compatibile con qualsiasi motore aerosolico pneumatico, che va utilizzato al posto delle forcine o della mascherina, svolgendo una doppia funzione: aumento della capacità ventilatoria e diminuzione delle secrezioni». Ma ecco la novità. Se in fase acuta, il rinowash è associato a farmaci corticosteroidi, mucolitici o antibiotici (da inserire nella vaschetta alla base della campana) che vengono assimilati dal naso quasi completamente (al novantasette per cento contro il venti per cento di una somministrazione per via endovenosa e senza assorbimento in altre aree del corpo), a scopo preventivo, invece, i preparati medicinali sono sostituiti da una soluzione salina ipertonica. «È come inalare acqua di mare, deterrente naturale del raffreddore, perché la concentrazione di iodio e sali induce osmosi e determina riduzione del gonfiore dei tessuti tipico nelle riniti allergiche e nella poliposi nasale, facendo recuperare il senso dell’olfatto – chiarisce Varricchio – può essere nebulizzata anche acqua termale, con benefici simili ma non identici a quelli ottenibili in una struttura dove si respira direttamente dalla sorgente». Nei più piccoli, in cui il sistema immunitario è ancora incompleto e negli adulti con una fragilità acquisita alle patologie rinobronchiali, è consigliabile fare prevenzione con una terapia farmacologica a base di lisati batterici. «Sono dei veri e propri vaccini che riescono a contrastare l’attecchimento dei germi responsabili delle infezioni – dice il professor Giuseppe Aulisio, otorinolaringoiatra – una bustina o una compressa, assunta quotidianamente per dieci giorni, nei primi tre mesi invernali (ottobre, novembre e dicembre), insieme a tre cicli identici a base di vitamina C e A, contribuiscono a ridurre frequenza e intensità del raffreddore, anche se, dai sessant’anni in poi, è meglio fare il vaccino antinfluenzale».